Domande frequenti

Il tempo di ricarica dipende dalla potenza dell’infrastruttura di ricarica e dalla potenza massima accettata dal veicolo, misurate in kW; nel caso i due valori fossero diversi tra loro, guida il più basso. Ad una maggiore potenza, corrisponde una maggiore velocità di ricarica. Il tempo complessivo di ricarica dipende, inoltre, anche dalla quantità di energia che si vuole immettere nel veicolo (pieno o rabbocco) e dalle dimensioni della batteria.

Le infrastrutture di ricarica si possono classificare, a seconda della loro potenza, in:

Ricarica lenta, con potenza inferiore a 10 kW e tempi di 6-8 ore per la ricarica completa del veicolo;

Ricarica quick, con potenza fino a 22 kW e tempi di ricarica di 2-3 ore

Ricarica fast e ultrafast, con potenze superiori a 50 kW e fino a 400 kW in corrente continua (DC) e tempi di ricarica da un’ora a meno di 15 minuti.

Esistono 5 tipologie di connettori:

-Tipo 1: per ricariche monofase in corrente alternata per una potenza massima di ricarica di circa 7,3 kW

-Tipo 2 (“Mennekes”): standard europeo per ricariche in corrente alternata (AC) fino ad una potenza massima di 22 kW sulla presa della stazione di ricarica e sino a 43 kW tramite il connettore sul cavo collegato all’infrastruttura di ricarica, più diffuso e utilizzato da quasi tutti i veicoli elettrici, ad esclusione di quelli leggeri.

-Tipo 3A per ricariche monofase in corrente alternata e per una potenza massima di 3 kW, utilizzato solo per i veicoli leggeri.

-Chademo per ricarica veloce in corrente continua con potenze fino a 100 kW di potenza e con cavo fissato all’infrastruttura di ricarica.

-CCS Combo 2 per ricarica veloce in corrente continua con potenze anche oltre 100 kW e con cavo fissato all’infrastruttura di ricarica.

La normativa proibisce l’uso di adattatori per la ricarica in aree pubbliche.

In Italia al 30/6/2022 sono presenti 30 mila punti di ricarica ad accesso pubblico, a fronte di un parco circolante di oltre 300 mila veicoli elettrici tra BEV e PHEV mentre in Europa. Sono, invece, oltre 330 mila i punti di ricarica ad accesso pubblico presenti in Europa.

Ancora non esiste una mappatura ufficiale ma il PNIRE (Il Piano Nazionale di Infrastrutturazione) prevede la creazione di una Piattaforma Unica Nazionale delle colonnine (PUN) in cui raccogliere queste informazioni. E’ possibile avere una mappa delle stazioni di ricarica pubbliche con il relativo stato (occupate, prenotate, disponibili, in manutenzione) utilizzando le APP dei diversi MSP (Mobility Service Providers) che offrono il servizio di ricarica e che consentono, anche, di prenotarne l’utilizzo.

Per hotel, ristoranti, esercizi e centri commerciali, distributori di carburanti, gestori di parcheggi offrire ai propri clienti il servizio di ricarica, oltre a trasferire un’immagine di azienda attenta ai temi della sostenibilità ambientale, consente di attirare nuovi clienti e di aumentarne il tempo di permanenza dei tuoi clienti.

Entrambe hanno una presa per la ricarica, ma mentre una PHEV è spinta ad un motore a combustione interna, coadiuvato da un motore elettrico e con un’autonomia limitata a qualche decina di km, un’auto elettrica non ha alcun motore a combustione e può superare i 500 km di percorrenza.

Considerando la composizione attuale del parco di generazione elettrica in Italia, un’auto elettrica inquina meno della metà di un’auto a benzina ed è l’unica tecnologia che consente la totale eliminazione delle emissioni locali di ossidi di azoto (NOx) e polveri sottili (Pmx) prodotte dai motori a combustione interna.

Le auto elettriche non producono sostanze di scarico che si disperdono nell’ambiente e, per questo motivo, consentono di evitare blocchi del traffico e di godere, in alcuni Comuni, di parcheggi dedicati, di sosta gratuita, di accesso a zone a traffico limitato e in alcune Regioni dell’esenzione dal pagamento del bollo per 5 anni.

Inoltre, l’auto elettrica è silenziosa e il suo utilizzo consente di migliorare notevolmente la qualità della vita: a livello di guida, la trasmissione diretta della potenza alle ruote fa sì che siano contraddistinte da accelerazioni impensabili in vetture endotermiche di pari categoria; in frenata l’auto ricarica la batteria (rendendone molto conveniente l’utilizzo in città) senza che il conducente abbia quasi bisogno di toccare il pedale del freno, aumentando la comodità di guida.

A fronte di un costo di acquisto maggiore rispetto ai veicoli a combustione interna, che può essere abbattuto ricorrendo agli incentivi statali all’acquisto, presentano costi di manutenzioni decisamente inferiori per via della minore complessità costruttiva.

Un’auto elettrica consuma mediamente tra i 6 e gli 8 kWh per percorrere 100 km e necessita di un terzo dell’energia rispetto alle auto a motore a combustione interna, a fronte della stessa distanza percorsa per via della maggiore efficienza.

Sono progettate e costruite per accompagnare l’auto in tutto il suo ciclo di vita, con un’efficienza residua di almeno il 70% dopo 8 anni e 300.000 km percorsi, corrispondenti a 1.000-1.500 cicli di ricarica.

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